Uscita didattica alla Biblioteca Comunale
Quando la prof ci ha comunicato che la prima visita, la prima uscita didattica, sarebbe stata alla Biblioteca comunale Pietro De Nava, siamo rimasti un po’ … diciamolo pure … delusi!
Libri, ancora libri? Invece alla fine si è rivelata una esperienza interessantissima e molto istruttiva.
Allora partiamo dall’inizio: alle ore 9:00 eravamo tutti pronti, zaino in spalla per partire col super veloce scuolabus guidato dal mitico Gianfranco. Siamo arrivati in perfetto orario in piazza De Nava e da lì a piedi davanti alla Biblioteca.
Dopo la foto di rito, siamo entrati silenziosamente nell’atrio e abbiamo atteso la nostra guida, la dott.ssa Casile che ci ha fatto subito accomodare in una grande stanza con arredi e libri antichi.
Ci ha riassunto la storia della Biblioteca. Essa fu istituita il 31 Marzo 1818 e assunse il nome di Regia Biblioteca Ferdinandiana in omaggio al sovrano Ferdinando di Borbone. Poi in seguito i libri furono trasferiti nell’ex chiesa di San Gregorio Magno, che era attigua alla Cattolica dei Greci. Dopo il terremoto del 1908, crollata la chiesa, tutti i libri vennero sistemati, prima nei locali della Caserma dei Vigili del fuoco e poi nei seminterrati della Scuola Normale Femminile, oggi Istituto Magistrale.
Il patrimonio librario aumentava sempre di più per cui, grazie alla donazione del ministro Giuseppe De Nava, trovò inizialmente collocazione nella villetta De Nava e poi definitivamente nell’attuale l’edificio edificato nel 1948 intitolato a Pietro De Nava, fratello del ministro.
Finita questa narrazione, siamo stati molto contenti nell’apprendere che avremmo cominciato il tour.
In fila e abbastanza silenziosamente, abbiamo percorso le sale del primo piano dove si affacciano le aule di saggistica, l’emeroteca, termine fino ad oggi per noi sconosciuto, dove si raccolgono giornali e quotidiani e la sala computer. Abbiamo appreso che tutti i maggiorenni hanno la possibilità di fare ricerche gratuitamente, utilizzando i computer in dotazione della Biblioteca, dopo una semplice registrazione. Al secondo piano poi, tra le altre, c’è la sala dedicata a noi ragazzi, è super fornita! Ci sono libri da 0 anni ai 12… tavoli e sedie a portata di bambino e poi un calendario di eventi di lettura.
Ci siamo poi soffermati davanti al plastico della città di Reggio Calabria costruito nel 1958 dal professor Coco, che riproduce Reggio alla fine del 600. Com’era piccola!
Era dotata di diverse porte: sul lato sud verso il Calopinace era collocata la porta San Filippo, porta Mesa verso nord nei pressi di via Filippini, porta Malfitana e porta Dogana a ponente e consentivano l’entrata e l’uscita della via Marina e infine porta Crisafi a Nord.
Ai lati delle mura, lato mare vi erano due fortini denominati forte San Francesco lato nord e forte Lemos lato sud.
Le case all’interno delle mura erano tutte addossate secondo una caratteristica delle città medievali e la città era divisa per quartieri. Vicino a piazza Duomo vi era il Toccogrande, luogo dove si riunivano i ceti borghesi e popolani, mentre il Toccopiccolo, nei pressi dell’attuale piazza Italia, era il luogo di assemblee dei nobili e si affacciava nell’attuale via Cattolici dei Greci. Fuori le mura c’era la campagna reggina ricca di ginestre e di gelsi. Nella zona nord c’erano le contrade di S. Lucia, Tremulini e Borrace mentre a sud, il villaggio di Sbarre, ricco di orti e giardini.
Alla fine della visita la dottoressa Casile ci ha riuniti nella sala più grande e ci ha fatto vedere come si facevano i libri e come si restauravano. Ci ha parlato degli incunaboli e delle cinquecentine, libri molto preziosi, che sono conservati nella villetta de Nava. Gli incunaboli, libri stampati con la tecnica a caratteri mobili sono del mille e cinquecento mentre le cinquecentine che sono 582 sono libri stampati nel sedicesimo secolo.
Alla fine ha regalato ad ognuno di noi la storia di Reggio Calabria a fumetti in due volumi che abbiamo apprezzato moltissimo.
Dopo aver salutato la dottoressa ci siamo recati in piazza De Nava dove, nell’attesa di riprendere lo scuolabus, abbiamo allegramente consumato la nostra merenda tra inseguimenti di piccioni e viavai dal bar.
Ci siamo divertiti moltissimo!
Alla prossima visita.